<論文>ジャンバッティスタ・マリーノの『ガレリア』と蒐集--理想と現実のギャラリー

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  • Restoration in Modern Italy and Madonna Picasso : Focusing on the Exhibition of Restored Paintings Firenze Restaura in 1972

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抄録

Con il presente articolo su Giambattista Marino (1569-1625) intendo illustrare il ruolo del poeta barocco per eccellenza, nonché collezionista atipico, nel generale contesto collezionistico e iconografico dell'epoca. La profonda attenzione e sensibilità di Marino per l'arte si manifesta pienamente nei due volumi composti negli anni torinesi: Dicerie sacre (1614) e, appunto, La galeria (1619). Quest'ultimo raccoglie i versi ispirati a opere pittoriche e scultoree, attribuite per lo più - nei casi in cui l'effettiva esistenza delle singole opere è attestabile - ad artisti a lui contemporanei, che di conseguenza videro accresciuta la propria fortuna grazie alla pubblicazione de La galeria, un bestseller seicentesco, ristampato ben 14 volte sino al 1675. Al fine di elaborare i versi per tale raccolta Marino prende a collezionare opere d'arte, che andranno anche ad arricchire l'arredamento della sua abitazione, rivolgendosi direttamente ad artisti conosciuti in precedenza nei circoli da lui frequentati. Ben cosciente della propria fama il poeta è sicuro che la sua richiesta possa essere accettata, proprio in virtù del prestigio che plausibilmente porterà alla carriera degli artisti, cosa a cui spesso si accenna nei carteggi. Si verificherebbe dunque una sorta di collaborazione tramite un rapporto di parità. La fonte dell'ispirazione poetica va ricercata anche nelle frequentazioni con i mecenati e potenti dell'epoca, grazie alle quali Marino giunge all'idea di tradurre in letteratura il collezionismo artistico e di diffondere nella penisola la "galeria", ovvero una nuova struttura espositiva situata allora nei palazzi d'oltralpe. Il libro, di certo, tratta tutti i generi e i temi possibili, mentre la reale collezione di Marino consta solo di ritrattistica e mitologia, perché la galleria e la biblioteca creino quasi una simbiosi integrandosi nello stesso spazio. Nel mio tentativo di inquadrare il contributo mariniano nel contesto storico degli sviluppi del collezionismo sarebbe opportuno ricorrere agli studi condotti da Elena Berti Toesca, la quale ha aperto un ampio panorama sulla collezione e la critica d'arte del Marino, e di Giorgio Fulco, che ha invece messo in luce l'inventario personale del poeta morto a Napoli. Tali riferimenti potrebbero tuttavia non risultare sufficienti in quanto ambedue gli studiosi, ormai defunti da tempo, vanno riconsiderati attraverso un confronto tra i dati revisionati e quelli ricavati ex novo. I materiali che riesaminerò nel mio lavoro saranno, oltre ai versi de La galeria, i carteggi e gli inventari, attraverso i quali sarà possibile ottenere una nozione sul progetto di un museo ideale per la dimora napoletana. I punti su cui mi soffermerò sono i seguenti: gli interventi diretti di Marino nei temi che vengono visualizzati dagli artisti e rappresentati nei versi; la nascita di una galleria immaginaria nelle opere mariniane; l'aspetto verbale della collezione e dello spazio espositivo. In tal modo sarà possibile cogliere il complesso legame tra la collezione e l'attività letteraria unita all'esperienza visiva.

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詳細情報 詳細情報について

  • CRID
    1050001335838332928
  • NII論文ID
    120005850230
  • NII書誌ID
    AA12674073
  • ISSN
    21883548
  • HANDLE
    2433/216981
  • 本文言語コード
    ja
  • 資料種別
    departmental bulletin paper
  • データソース種別
    • IRDB
    • CiNii Articles

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