イタリアにおける女性労働者の保護立法(1883-1902)

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  • La legge per la tutela delle lavoratrici in Italia (1883-1902)
  • イタリア ニ オケル ジョセイ ロウドウシャ ノ ホゴ リッポウ 1883-1

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抄録

<p>In questo saggio vorrei seguire l'evoluzione del dibattito e del movimento relativo alla legge per la tutela delle lavoratrici in Italia, che fu elaborata nel 1902 per la prima, volta. Nel congresso di Bologna (1897), il partito socialista decise di promuovere la compagna per la legge di tutela. L'ordine del giorno fu proposto da Anna Kuliscioff, una delle maggiori attiviste del partito, che da tempo si era mostrata sensibile alla situazione delle operaie. La Kuliscioff sottolineava la necessita di organizzare le masse lavoratrici e, per lei, la legge di tutela doveva servire a questo scopo. Dopo il congresso, la Kuliscioff pubblico il suo progetto di legge, in cui la "tutela" si traduceva in : riduzione della giornata lavorativa (meno di 48 ore settimanali), divieto di lavorare in ambienti pericolosi o insalubri, divieto del lavoro notturno, congedo in caso di maternita per le quattro settimane precedenti e successive al parto, e garanzia, del 75% del salario. Tale tutela doveva essere applicata non solo nelle fabbriche, ma anche nelle piccole officine, nel lavoro a domicilio, nel settore commerciale ed agricolo. In quel periodo le operaie, in molti casi tessitrici o filatrici, non potevano occuparsi d' altri lavori se non di quelli non qualificati e mancanti di organizzazione, e dovevano lavorare molto piu degli operai. Per questo molte di loro soffrivano di tubercolosi o di alcune malattie di carattere ginecologico. La proposta della legge di tutela fu fatta anche considerando codesta situazione ed ottenne il favore dalla maggior parte delle associazioni operaie. Invece, alcune attiviste del movimento femminile, dal punto di vista della ugualianza fra i due sessi, espressero la loro opposizione. Anna Maria Mozzoni, la pioniera del movimento femminile in Italia, ormai sessantenne, fu una delle poche che espresse una netta opposizione contro la tutela. La Mozzoni, considerando il diritto al lavoro come un fattore essenziale dell'emancipazione femminile, intuiva, dietro la tutela la sotterranea intenzione di escludere la donna dal, mondo del lavoro. Un'altra femminista dell'epoca, Emilia Mariani, pure ammettendo la necessita della tutela, trovo nella parita del salario il mezzo piu efficace per il miglioramento della vita delle lavoratrici. Di fatto le lavoratrici in quel periodo, anche se svolgevano lo stesso lavoro degli uomini, potevano guadagnare solamente la meta. Nonostante tali opinioni, durante i due congressi delle organizzazioni operaie nel 1900, quello della societa del mutuo soccorso e quello della Camera del lavoro, sostennero la legge di tutela. Nel primo congresso, Ersilia Majno Bronzini, una femminista che si dedicava all'attivita di assistenza per le operaie, propose un altro progetto di legge, che prevedeba anche la proposta, di parita in termini salariali. Nel secondo congresso, Ettore Reiner, un socialista, propose un progetto simile a quello della Kuliscioff, e insiste sulla necessita di tutela delle lavoratrici, per fare in modo che queste disponessero di maggiore tempo per dedicarsi al lavoro domestico e, perche non incorressero in rischi di degenerazione genetica. Forzato dalla situazione, nel 1901 il governo propose il progetto di legge elaborato dal ministro Carcano, molto meno rigoroso rispetto a quello della Kuliscioff. Il partito socialista cerco di fare passare il progetto della Kuliscioff, ma un anno dopo, la legge Carcano fu promulgata, solamente con poche modificazioni. La legge non poteva essere applicata nel settore agricolo, non fissava alcuna limitazione dell'orario lavorativo per le donne adulte, e tutelava il riposo in caso di maternita, ma senza stabilire nessuna garanzia per il salario. Sul dibattito e sul movimento attorno alla legge di tutela del 1902 ancora non si sono state fatte molte ricerche, ma questo argomento, e importante non solo in se stesso, ma anche per comprendere i</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>

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