medio cum sol altissimus orbe tantum respiceret, quantum superesse videret. Ovidius, Metamorphoses, XI, 353-354.

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Other Title
  • 『神曲』における光学から神学への変容 : 浄罪篇第15歌
  • シンキョク ニ オケル コウガク カラ シンガク エ ノ ヘンヨウ ジョウザイ ヘン ダイ15カ

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<p>Nell'articolo su Purg. XV (in "Studi Italici", vol. XL, 1990), si cerco di dimostrare che l'espressione retorica dell'ora all'inizio del canto non e solo una circonlocuzione astronomica, ma che e composta secondo una struttura identica alla legge ottica della riflessione sullo specchio indicata nei versi successivi, e che le posizioni del Sole e del poeta viator in quel momento corrispondono all'intero itinerario della Commedia in una forma che ricalca il fenomeno della riflessione. Nei versi successivi, relativi all'invidia, continuano pero ad essere usate espressioni e vocaboli che fanno parte del campo semantico della riflessione della luce. Finora gli studiosi hanno interpretato questo canto come didascalico, considerando i fenomeni ottici privi di rapporto con la materia dell'invidia, tuttavia questa interpretazione non e coerente con la spiegazione della dottrina sull'invidia e sull'ottica. Infatti, sviluppando i risultati acquisiti nell'articolo precedente, sembra possibile dimostrare che Dante intende descrivere l'invidia - dal punto di vista teologico - attraverso le proprieta ottiche della riflessione. In altre parole, procedendo dal chiarimento dei sensi letterali e metaforici trattati in precedenza, in questo lavoro si tenta di spiegarne i sensi morali e mistici. Quanto si propone qui e che la struttura della riflessione sia identica a quella psicologica della misericordia, concetto opposto all'invidia. Questa infatti produce un rapporto asimmetrico in cui si riceve gioia dal male e tristezza dal bene altrui, la misericordia invece, ricevendo gioia dal bene e tristezza dal male altrui, fonda un rapporto simmetrico. L'equivalenza geometrica che nasce dalla misericordia (compassione) esprime a livello teologico lo stesso rapporto di uguaglianza fra gli angoli d'incidenza e di riflessione della luce: l'invidia porta al mantenimento dei beni terreni solo per se stessi, mentre la misericordia e condivisione e restituzione di gioia. Trasponendo questa visione sul piano fisico dell'ottica, si ottiene una corrispondenza con la riflessione in proporzione diretta all'intensita del raggio d'incidenza. Nel caso dell'invidia, quante piu sono le persone che ambiscono a possedere un bene terreno, minore e la quantita che spetta a ciascuno, si tratta percio di un rapporto inversamente proporzionale. Per la misericordia invece, come negli specchi illuminati dalla fonte della luce infinita, per quanto aumenti il numero degli specchi, la parte ricevuta da ciascuno non diminuisce, anzi, quanto piu intenso e il desiderio (amore) del possesso del bene celeste (cioe tanto piu forte il raggio d'incidenza) e quanto piu numerosi sono gli specchi (i partecipanti), maggiore e la quantita di luce che tutti gli specchi ricevono. Il fenomeno equivalente a questa legge celeste si puo sperimentare sulla terra nelle caratteristiche ottiche della riflessione sullo specchio. Quello che il viator Dante deve imparare al punto di svolta a meta della Commedia e cosi suggerito dalla riflessione dello specchio modellata sulla ratio celeste. Per cosi dire, la riflessione e l'ispirazione che attira verso il cielo l'anima vincolata alla terra ed e la lingua della luce impiegata da Dio. Il luogo in cui si trova il viator Dante e il punto centrale dell'intero itinerario e al tempo stesso e il punto di partenza della riflessione che puo realizzarsi solo dopo aver superato l'invidia. Questa prospettiva offre una conferma che parole ed espressioni relative all'invidia nei canti XIII, XIV e XV convergono nel campo semantico dei principi della riflessione. La parte finale di questo studio e dedicata alle fonti a cui Dante avrebbe attinto questa idea. L'ipotesi e che Dante, all'interno della tradizione medievale che interpretava la luce in chiave teologica, avrebbe</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>

Journal

  • Studi Italici

    Studi Italici 49 (0), 36-64, 1999

    Associazione di Studi Italiani in Giappone

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