アルフィエーリの祖国放棄と検閲 : デニーナの処罰との関連性

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  • Alfieri fra abbandono della patria e censura
  • アルフィエーリ ノ ソコク ホウキ ト ケンエツ デニーナ ノ ショバツ ト ノ カンレンセイ

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抄録

All'inizio del 1778, Alfieri decise di lasciare per sempre la patria concedendo tutti i suoi feudi a una sua sorella. Nella Vita si racconta che la preoccupazione per la censura era stata uno dei motivi della decisione, ma non e molto chiara la ragione determinante per cui questa preoccupazione prese corpo in quel momento. Per capire meglio la ragione della decisione di Alfieri, bisogna prendere in considerazione un fatto accaduto in quello stesso periodo : la punizione di Carlo Denina, uno storico piemontese. Questi, avendo tentato di pubblicare illegalmente a Firenze una sua opera non approvata, Dell'impiego delle persone, venne relegato a Vercelli con la perdita della cattedra e le copie gia stampate furono bruciate. Alfieri non si riferisce mai a questo fatto, ma non si dovrebbe considerare il suo silenzio come un segno di indifferenza. Dopo il secondo viaggio giovanile, Alfieri soggiorno a Torino dal 1772 al 1777 e frequento amici coetanei e persone illustri. Tra questi c'e il Denina, che era allora un intellettuale ben noto non solo in Piemonte ma anche in Europa. Non sembra verosimile che Alfieri ignorasse il caso Denina e il significato della punizione. E non e trascurabile la quasi coincidenza fra il caso Denina e la decisione di Alfieri. Alfieri comincio a mettere in atto l'abbandono della patria all'inizio del 1778 a Firenze. Questo accadde subito dopo la punizione del Denina e la distruzione della sua opera. Il riferimento, nella Vita, a una legge che proibiva di pubblicare all'estero sembra confermare l'influenza del caso Denina sulla decisione di Alfieri. Da quanto detto sopra si puo supporre che anche Alfieri pensasse in qualche modo alla pubblicazione illegale delle tragedie fino allora scritte. La severita della censura del suo paese era ben nota. Infatti uno studente savoiardo era stato punito per aver pubblicato una sua opera non sottoposta alla censura nel 1775. Alfieri doveva essere a conoscenza di questa vicenda, ma non se ne curo molto in quel momento. Questo forse perche egli non pensava di pubblicare le sue opere in Piemonte, ma all'estero. Prima del 1770 non esisteva ancora la legge che controllava la pubblicazione all'estero ed era facile importare libri anche proibiti. Un'ipotesi e che Alfieri non conoscesse bene la legge appena emanata, o ne sottovalutasse l'effettiva pena. Ma questa ottica fu confutata dalla dura condizione del Denina, che dovette impressionare il Nostro per la severita della censura e sollecitarlo ad abbandonare la patria. Fu appunto all'inizio del 1778 che Alfieri compose un sonetto in cui chiede alla morte di sottrarlo alla condizione di vita servile impostagli e critica "i piu" che permettono ai re di prevenire "il tardo sdegno dei pochi". A mio parere il sonetto riflette bene la rabbia e la preoccupazione dell'autore nei confronti della censura. Resta pero una questione; perche Alfieri non parla mai del caso Denina? Non si puo dare una risposta decisiva allo stato attuale delle conoscenze, ma sara possible formulare un'ipotesi. Se Alfieri ammettesse di essere impaurito dalla punizione, la spontaneita della sua decisione risulterebbe diminuita. Il suo silenzio potrebbe essere una strategia per non diminuire il valore eroico dell'abbandono della patria.

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